Stefano Poletti, virtuoso della materia, è stato nominato Talento Fantasia della stagione.

 

Le principali fonti di ispirazione di Stefano provengono dai materiali stessi con cui lavora, che manipola, torce, invecchia, incide, martella e brucia. Lui sublima le delicate trasparenze del vetro, le venature e la grana del legno o la struttura complessa della spugna. Le sue collezioni vi trasportano idealmente sulle rive del Lago di Como e le altre regioni della sua terra natia, l’Italia, la sua fonte primaria di ispirazione.

Raccontaci del tuo percorso, della tua carriera.

Ho frequentato dei corsi di moda all’Istituto Marangoni di Milano, proseguendoli poi allo Studio Berçot di Parigi. Negli anni 80 mi sono fatto le ossa collaborando con delle grandi case di moda come Montana, Thierry Mugler, Hanae Mori, Christian Lacroix, Christian Dior o Yves Saint Laurent. E parallelamente, allo stesso tempo, oltre a portare avanti il mio marchio ero anche l’assistente di Elisabeth de Senneville.

 

Che cosa determina il tuo stile?

Mi sento molto vicino alla natura e spesso mi affido/ispiro ai miei ricordi d’infanzia sul Lago di Como. Spesso utilizzo il vetro di Murano, un materiale che mi affascina perché sembra “vivo”. La materia è il punto di partenza di ogni collezione, perché amo la sua leggerezza, la sua trasparenza o il modo in cui appare viva. Finisco sempre ogni pezzo a mano per aggiungere il mio tocco personale, il mio filtro.

 

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Amo molto i racconti sulle fate, la magia e i sogni. Ho consacrato un’intera linea al personaggio di Casanova. Allo stesso tempo faccio spesso riferimento ad artisti come Yves Klein. Tendo a iniziare ogni collezione con degli elementi complessi e scultorei molto visuali che poi declino in diverse versioni.

 

Chi sono le tue muse?

Sono un grande fan di Mina, una cantante italiana che con le sue canzoni ha accompagnato tutta la mia giovinezza. Ma spesso mi ispiro anche alle donne che mi circondano: la mia assistente e mia zia, per esempio. Le mie muse hanno sempre una forte personalità e sanno come indossare i miei gioielli.

 

Quali sono i temi chiave per l’inverno?

Questa stagione ho lavorato sul fiore “Belladonna”, una pianta medicinale pericolosa e affascinante.

Ho creato dei fiori in metallo martellato a mano e perle. Inoltre sto continuando il mio omaggio a Casanova con una parure (orecchini, spilla, collier) in specchio, metallo e ametista grezza. Infine mi sono ispirato a delle notti stellate sul Lago di Como utilizzando delle semi-sfere in legno blu scuro decorate con stelle dorate.

 

E per l’estate?

Punto su una collezione bianca con delle perle in plastica bianca adornate con dei fiori in vetro di Murano per uno spirito Daisy (margherita) molto fresco. Mi sto anche dedicando alla creazione di pezzi tridimensionali in perspex ritagliato e su dei bijoux in vetro di Murano ispirati alla natura.



Lorraine Diard-Robino